La seconda sezione è denominata astronomica, e questo è dato da ben 25 diagrammi che ricordano figure astrali contenenti moltissime stelle.

Questa sezione del manoscritto parte dal foglio 67 e arriva al foglio 73.

In essa vi sono disegnate delle circonferenze concentriche a volte con segmenti che si estendono dal centro verso l'esterno.

Alcuni schemi mostrano il sole e la luna con volti umani, esattamente come era nella tradizione classica e sui cerchi che le attorniano troviamo diverse iscrizioni nella stessa sconosciuta scrittura .

Si riconoscono poi alcuni segni zodiacali: ariete, toro, gemelli, cancro, leone, vergine, bilancia, scorpione (rappresentato invece sotto forma di una donnola) sagittario, capricorno, acquario (disegnato in forma di stambecco), pesci, e poi tutto attorno delle piccole figure nude di donna le quali ci appaiono forse incinte nonchè molto numerose.

Informazioni Utili

L'emisfero boreale

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L'emisfero australe

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Le celesti fiaccole

Forse

non ancora comprendo

l'importanza

di ciò ce mi circonda...

Così catapulto il mio sguardo

verso le celesti torce

che di quì in basso

ammiro dolcemente...

Arrighini Vincenzo

Viaf

 

Voy-Aries

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Marte

L'elemento è il fuoco la qualità è cardinale.

Il Sole transita nell'Ariete approssimativamente fra il 20 Marzo e il 20 Aprile.

Colore: il rosso in tutte le sue sfumature.

Pietra: corallo rosso, diaspro o rubino.

Metallo: ferro

Giorno: il Martedì

Star Blackboard

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Stelle Major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
alpha Arietis  Hamal magn. 2,1  AR: 02h 07m 10.37s  Dec: +23° 27' 44.9"
beta Arietis  Sheratan  magn. 2,7  AR: 01h 54m 38.39s Dec: +20° 48' 29.0"


 

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Il Mito

La costellazione dell'ariete rappresenta il famigerato ariete alato il cui vello d'oro fu l'oggetto della spedizione degli Argonauti guidati dal mitico Giasone.

Esone era il legittimo re di Iolco, in Tessaglia, ma era stato detronizzato dal fratellastro Pelia. Il figlio di Esone, Giasone, rivendicò il trono e Pelia promise che glielo avrebbe ceduto se avesse superato una prova: impadronirsi del vello d'oro. Era il vello dell'ariete alato che condusse Frisso da Orcomeno, in Beozia, fino in Colchide, alle pendici del Caucaso. Una volta arrivato a destinazione, Frisso aveva sacrificato l'animale a Zeus e donato la sua pelle ad Eeta, re della Colchide, che lo aveva fatto appendere nel bosco sacro ad Ares perché fosse custodito da un mostruoso serpente che non dormiva mai.

Giasone mise insieme un gruppo di giovani eroi e prese il mare con una nave costruita da Argo da quì il nome di Argonauti. Dopo un viaggio incredibile attraversoil Mar Nero e il Bosforo, Giasone giunse in Colchide, dove fece innamorare di séMedea la meravigliosa figlia di Eeta, la quale si offrì di aiutarlo a rubare il vello. Con le sue arti magiche Medea ammaliò il traco isonne a guardia del dell'ariete alato e lo fece addormentare, permettendo così a Giasone di prendere il vello il quale fu poi portato nel tempio di Zeus di Orcomeno, in fine nche la nave Argo è stata posta in cielo ma ad oggi è costituita da tre costellazioni distinte: Carina, Puppis e Vela.

Voy-Taurus

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Venere

L'elemento è la terra, la qualità è fissa.

Il Sole si trova in Toro all'incirca tra il 21 Aprile e il 21 Maggio.

Colore: il verde

Pietra: Smeraldo.

Metallo: rame

Giorno: il Venerdì

Star Blackboard

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Applet del Toro

Stelle Major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
alpha Tauri  Aldebaran  magn. 0,9  AR: 04h 35m 55.23s  Dec: +16° 30' 33.8"
beta Tauri  El Nath magn. 1,7 AR: 05h 26m 17.51s   Dec: +28° 36' 27.0"
zeta Tauri -  magn. 3,0  AR: 05h 37m 38.68s  Dec: +21° 08' 33.1"
eta Tauri  Alcyone  magn. 3,0  AR: 03h 47m 29.07s  Dec: +24° 06' 18.4"

 

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Mito

Zeus il padre degli dei, si era innnamorato di Europa, la bellissima figlia del re di Fenicia. Un giorno egli avvicinò la fanciulla mentre giocava sulla spiaggia e prese le fattezze di un bel toro bianco si lasciò accarezzare docilmente. Visto che l'animale era del tutto mansueto, Europa allora gli salì in groppa: a quel punto il toro trottò fino ad entrare in mare e nuotando condusse Europa fin sull'isola di Creta, dove le rivelò la sua vera identità per poi giacere con lei, ed è per ricordare questa avventura amorosa, che il signore degli dei disegnò il toro tra le stelle.

Le ninfe che allevarono il neonato Dioniso nutrendolo con latte e miele funono chiamate Hyades, mentre le Pleiades furono chiamate sette sorelle del cielo che mitologicamente sono considerate le sette figlie di Atlante e Pleione i cui risonanti nomi sono: Alcyone, Asterope, Celaeno, Electra, Maia, Merope, Taygeta. In verità le stelle facilmente visibili ad occhio nudo sono solo sei ed Eratostene sostieneva che la Pleiade più fioca fosse Merope, poiché ella fu la sola a sposare un mortale e per tanto si vergogna di ciò brillando meno, tuttavia gli astronomi moderni non sono d'accordo con Eratostene, visto che alle osservazioni scientifiche la Pleiade più debole appare Asterope.

Planetarium

Oggi nello zodiaco la figura del Toro appare soltanto con la parte anteriore perché il suo corpo fu dimezzato per fare posto alla nuova costellazione dell'Ariete dove, a partire dal 2220 a.C., sorgeva il Sole equinoziale.
Tale costellazione era stata creata in Mesopotamia dopo il 4380 a.C., quando l'equinozio cadeva in questa porzione del cielo ed inaugurava, a quell’epoca, l'anno zodiacale; sicché evocò il simbolo di un'energia primordiale e celeste, tant’é vero che in sumero la si chiamava GU4.AN.NA, «toro del cielo», oppure GU4.SI.DI, «toro conduttore»: animale sacro alla divinità lunare (che era maschile) oppure suo simbolo.
Anche in Egitto il Sole nascente era simboleggiato da un vitello che si trasformava in un toro maestoso col progredire del giorno: era detto anche kamutef, «toro di sua madre», perché dopo la sua discesa «negli inferi notturni» rinasceva dalla dea Nut, una vacca dal corpo tempestato di stelle che ne era stata fecondata precedentemente.
Tanti erano i tori mitologici degli Egizi: a Menfi si adorava Apis, dalla radice hep, termine che gia nei Testi delle Piramidi designava la forza procreatrice. Lo si rappresentava sia nell'aspetto zoomorfo sia con una figura umana dal capo taurino: in entrambe le immagini la testa era sormontata dal disco solare. A Eliopoli si chiamava Mnevis o Merur ed era collegato nel culto a Ra-Atum, dio solare: aveva l'aspetto di un toro sopra l'insegna sacra egizia. A Hermonthis, la Eliopoli del Sud, si adorava un altro toro di nome Bukhis: il suo santuario si trovava a Medinet Habu e il culto era diffuse soprattutto nei dintorni di Tebe e di Karnak. Aveva il corpo bianco e la testa nera: su di essa troneggiava il disco solare sormontato da due alte piume sulle corna. Lo si chiamava anche «anima di Ra» per sottolinearne le caratteristiche solari.
Presso i Babilonesi, gli Aramei e gli Ittiti era sacro al dio della pioggia e della fecondità; e in alcune tribù arabe era il simbolo del dio Luna. Anche gli antenati politeisti degli Ebrei avevano venerato un dio supremo lunare. Per questo motivo probabilmente Jahweh venne simboleggiato in alcuni episodi della storia di Israele da un toro. II culto «idolatrico» fucombattuto dai profeti Amos e Osea che lo consideravano una degradazione di quello di Jahweh, posto così allo stesso livello di Baal. Osea derideva i suoi contemporanei che mandavano «baci a vitelli» e veneravano un'immagine costruita da loro stessi. Derisione evidente anche nel celebre racconto del «vitello d'oro», che era in realtà un giovane toro adulto.
II Toro celeste, sia solare sia lunare, corrispondeva perfettamente al simbolismo astrale del segno omonimo, quando esso era, fra il 4380 e il 2200 a.C, il primo dello zodiaco e l’omonima costellazione ospitava effettivamente 1'equinozio. Successivamente, con lo spostamento del punto gamma nel segno dell'Ariete, si dovette modificare il suo simbolismo; sicché il Toro fu assimilato alla terra-elemento, alla terra materna: solido, stabile, denso, sensuale. E per analogia divenne anche sacro alle dee lunari, immagini del principio femminile ricettivo che assumeva anche le sembianze della Luna; di una Luna che tuttavia aveva una valenza diversa da quella che arcaicamente aveva personificato il dio celeste: utero cosmico che, inseminato dal dio solare, «partoriva» gli esseri.
Nel culto mitraico era la prima creatura di Ahura-Mazda, dio del-la luce: il suo sacrificio simboleggiava 1'origine della creazione. Si narrava che Mitra, assimilabile all'Ariete, avesse cacciato e catturato il Toro per sacrificarlo: dal sangue della vittima colato sulla Terra erano nati gli animali e le piante utili agli uomini. Mitra era il dio solare che catturava la materia e la fecondava sacrificandola in modo da produrre la generazione e la rigenerazione universale.

Il Toro nell'astromitologia greco-romana

Nell'astromitologia greco-romana la sua presenza nel firmamento ispirò alcuni miti. «Lo si pose in cielo» scriveva Igino «perché aveva trasportato facilmente Europa fino a Creta, secondo il racconto d'Euripide.» In realtà quel racconto era l'eco di un mito arcaico cretese, risalente all'epoca in cui la costellazione ospitava l'equinozio: Europa vi simboleggiava il principio femminile fecondato dal principio maschile, ovvero la Luna rapita al mattino dal Toro solare.
Un altro mito narrava invece che Io, mutata in giovenca da Zeus perché la gelosa Era non scoprisse la sua nuova amante, fu posta per riparazione in cielo dove la parte anteriore del suo corpo appare come un toro mentre il resto non è visibile. Qui il toro è simbolicamente assimilato alla Grande Madre.
Tolomeo sosteneva che le stelle situate sulla linea di troncamento avessero la natura di Venere e in parte di Saturno; quelle delle Pleiadi fossero simili come effetti alla Luna e a Marte; sulla sua testa Aldebaran, che egli chiamava Lampaura, avrebbe avuto la stessa influenza di Marte, mentre le altre sarebbero state impregnate della natura di Saturno e parzialmente di Mercurio. Infine le stelle alle estremità delle corna avrebbero agito come Marte.

tratto da "Planetario" di Alfredo Cattabiani

Voy-Gemini

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Mercurio

L'elemento è l'aria, la qualità è mutevole.

Il Sole transita nei Gemelli approssimativamente dal 22 Maggio al 21 Giugno.

Colore: il giallo

Pietra: Topazio o Agata.

Metallo: il Mercurio, duale perchè liquido e solido al contempo

Giorno: il Mercoledì

Star Blackboard

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Applet dei Gemelli

Stelle Major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
alpha Geminorum Castor magn. 1,6 AR: 07h 34m 36.02s  Dec: +31° 53' 18.7"
beta Geminorum Pollux magn. 1,1 AR: 07h 45m 19.05s  Dec: +28° 01' 34.4"
gamma Geminorum Alhena magn. 1,9 AR: 06h 37m 42.72s  Dec: +16° 23' 57.5"
delta Geminorum Wasat magn. 3,5 AR: 07h 20m 07.37s  Dec: +21° 58' 56.4"
epsilon Geminorum Mebsuta magn. 3,2 AR: 06h 43m 55.92s  Dec: +25° 07' 51.9"
mu Geminorum - magn. 3,2 AR: 06h 22m 57.61s  Dec: +22° 30' 49.0"
xi Geminorum - magn. 3,4 AR: 06h 45m 17.38s  Dec: +12° 53' 44.4"
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Il Mito

Questa costellazione rappresenta i due gemelli Castore e Polluce, conosciuti anche come i Dioscuri, cioè i "figli di Zeus", tuttavia  solo Pollux si considerava fosse di stirpe divina, mentre Castor era un mortale nato come figlio del re di Sparta, Tindaro, entrambi comunque, erano figli di Leda, moglie di Tindaro e amante di Zeus.

I due gemelli erano estremamente legati l'uno all'altro ed Insieme si unirono alla spedizione degli Argonauti, alla quale furono di grande aiuto in più occasioni.

Castore, infatti, era un abile guerriero  domatore di cavalli, mentre Polluce era un pugile indomabile ed imbattibile. Racconta Apollonio Rodio, autore delle Argonautiche, che i due gemelli salvarono la nave Argo durante una tempesta: per questa ragione essi in seguito diventarono i protettori dei marinai, i quali credevano di vederli durante le tempeste sugli alberi delle navi sotto forma di bagliori luminosi , bagliori che oggi conosciamo come il fenomeno dei fuochi di Sant'Elmo.

In fine Castore e Polluce si scontrarono con un'altra coppia di gemelli, Ida e Linceo, per via di una contesa sorta tra loro a causa di due  fanciulle bellissime. Ida ferì a morte Castore uccidendolo , mentre Polluce con la sua lancia trafisse Linceo il quale morì poco dopo.

 Intervenne dunque il divino Zeus, che con una folgore incenerì Ida e a quel punto l'unico superstite, Polluce, chiese di poter dividere la sua immortalità con il fratello: entrambi trascorsero così un giorno nell'Ade e un giorno sul Monte Olimpo.

Voy-Cancer

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è la Luna

L'elemento è l'acqua, la qualità è cardinale.

Il Sole transita nel Cancro approssimativamente tra il 22 Giugno e il 22 Luglio.

Colore: il bianco

Pietra: la perla.

Metallo: l'argento

Giorno: il Lunedì

Star Blackboard

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Stelle major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
ζ Cancri A-B Acubens 5,63 - 6,02 AR: 08h 12m 13s Dec: +17° 38′ 53″
ζ Cancri AB-Cc - 5,05 - 6,20 AR: 08h 12m 13s Dec: +17° 38′ 53″
24 Cancri - 7,02 - 7,81 AR: 08h 26m 40s Dec: +24° 32′ 03″
φ2 Cancri - 6,30 - 6,32 AR: 08h 26m 47s Dec: +26° 56′ 08″
HD 72945 - 5,99 - 7,25 AR: 08h 35m 51s Dec: +06° 37′ 13″
ι Cancri - 4,02 - 6,57 AR: 08h 46m 42s Dec: +28° 45′ 36″
66 Cancri - 5,90 - 8,3 AR: 09h 01m 24s Dec: +32° 15′ 08″
HD 78175 - 6,90 - 7,3 AR: 09h 07m 27s Dec: +22° 58′ 51″
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Il Mito

Il granchio è un personaggio minore in una delle fatiche di Ercole (nome greco: Eracle ). Mentre Eracle lottava contro l'Idra nella palude vicino a Lerna, il granchio emerse dalla melma e partecipò all'attacco mordendo il piede dell'eroe che lo calpestò furiosamente riducendolo in poltiglia. Si dice che per questo suo modesto contributo alla storia, la dea Era, nemica di Eracle, gli abbia riservato un posto fra le stelle dello zodiaco. E come si addice a un personaggio di così poca importanza, quella del Cancro è la meno brillante delle costellazioni dello zodiaco, con nessuna stella che supera la quarta grandezza. La stella Alfa del Cancro si chiama Acubens, che in arabo significa «chela».

Due delle stelle che formano la costellazione si chiamano Asellus Borealis e Asellus Australis, nomi latini che significano «asino del nord» e «asino del sud», che hanno leggende proprie. Secondo Eratostene, durante la battaglia tra gli dèi e i Giganti che seguì la sconfitta dei Titani, gli dei Dioniso, Efesto e alcuni loro compagni arrivarono in groppa ad asini per unirsi alla mischia. I Giganti non avevano mai sentito i ragli degli asini prima di allora e furono messi in fuga da quel rumore, credendo che un qualche mostro spaventoso stesse per essere sguinzagliato contro di loro. Dioniso sistemò gli asini in cielo, a entrambi i lati dell'ammasso stellare che i Greci chiamarono Phatne, la Mangiatoia, dalla quale sembra che gli asini stiano mangiando. Tolomeo descrisse Phatne come «la massa nebulosa nel petto». Oggi agli astronomi questa massa stellare è nota con il suo nome latino Praesepe, ma più comunemente è l'Alveare (praesepe significa sia «mangiatoia» che «arnia»). Nei paesi orientali (soprattutto Cina e Giappone) quest'ammasso era considerato il punto di contatto fra il mondo umano e l'aldilà attraverso cui passavano i defunti.

Voy-Leo

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è il Sole

L'elemento è il fuoco e la qualità è fissa.

Il Sole è nel segno approssimativamente tra il 23 Luglio e il 22 Agosto.

Colore da portare: l' oro

Metallo: l'Oro

Pietra: il diamante

Giorno: la Domenica, che è il giorno del Sole.

Star Blackboard

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Stelle major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
Alpha Leonis Regulus 1,3 AR: 10h 08m 22.35s Dec: +11° 58' 02.0"
Beta Leonis Denebola 2,2 AR: 11h 49m 03.66s Dec: +14° 34' 19.6"
Gamma Leonis Algieba 2,6 AR: 10h 19m 58.30s Dec: +19° 50' 30.2"
Delta Leonis  Zosma 2,6 AR: 11h 14m 06.48s Dec: +20° 31' 25.5"
Delta Leonis - 3,1 AR: 09h 45m 51.08s Dec: +23° 46' 27.2"
Theta Leonis  Chertan 3,4 AR: 11h 14m 14.41s Dec: +15° 25' 46.6"
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Mito

Eratostene e Igino sostengono che il leone fu posto in cielo perché è il re degli animali. In termini mitologici, si ritiene sia il leone nemeo, sconfitto da Ercole nella prima delle sue dodici fatiche. Nemea è una città da qualche parte a sud est di Corinto. Colà il leone viveva in una caverna con due aperture dalla quale usciva per uccidere gli abitanti del luogo, che diminuivano a vista d'occhio. Il fortissimo e ferocissimo leone era un vero flagello, perché sterminava greggi e sbranava uomini. Era una bestia invulnerabile di incerti natali; correvano voci che fosse stato generato dal cane Ortro, ma anche che fosse figlio del mostro Tifone e persino che i suoi genitori erano Zeus, il re degli dei, e Selene, la dea della Luna. Aveva la pelle a prova di qualsiasi arma, perché il suo mantello era assolutamente indistruttibile e ciò lo rendeva invulnerabile, come scoprì Ercole quando lo colpì con tre frecce e queste si limitarono a rimbalzare, e quando la spada si piegò come di stagno e quando la clava si spezzò colpendo il felino.

Ercole era stato sorpreso dalla bestia mentre viaggiava nei boschi. Il leone gli ruppe l'armatura con i fendenti degli artigli, ed arrivò a strappargli un dito. L'eroe era riuscito a bloccare una delle entrate della tana della bestia e ad infilarsi nell'altra. Nel terribile duello corpo a corpo, il leone strappò un dito a Ercole, ma alla fine l'eroe afferrò la belva per la testa e la folta criniera, e alla fine il leone si accasciò a terra sconfitto. Ercole se lo caricò in spalla in segno di trionfo e lo portò a Micene, dove terrorizzò Euristeo, che gli ordinò di riportarlo indietro. Ercole così fece.

Alla morte, il leone nemeo fu posto da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove formò la costellazione del leone

È facile distinguere la forma di un leone acquattato nella costellazione del Leone, la cui testa è sottolineata da alcune stelle disposte a falce. A segnare il punto del cuore del leone (dove lo localizzò Tolomeo) c'è la stella più brillante della costellazione, Alfa del Leone, chiamata Regolo, che in latino vuol dire «piccolo re»; il suo nome in greco Basiliscos, aveva lo stesso significato. La coda è segnata dalla stella Beta del Leone, chiamata Denebola dall'arabo «la coda di leone». Gamma del Leone ha nome Algieba, che in arabo vuol dire «la fronte»; questa denominazione genera qualche confusione, poiché secondo Tolomeo questa stella è sul collo del leone, ma gli Arabi in questa posizione vedevano un leone molto più grande di quello visto dai Greci. Gamma del Leone è una famosa stella doppia, composta da un paio di stelle giganti gialle divisibili se osservate con un telescopio anche di piccola portata. Delta del Leone si chiama Zosma dalla parola greca «guaina» o «perizoma», nome erroneamente applicato a questa stella durante il Rinascimento.

Fonte wikipedia

Voy-Virgo

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Mercurio

L'elemento è la terra e la qualità è mutevole.

Il Sole transita nel segno all'incirca tra il 23 Agosto e il 22 Settembre.

Colore: il grigio

Pietra: lo Zaffiro.

Metallo: il Mercurio, poichè anche la Vergine, come i Gemelli, è dominata dal pianeta Mercurio.

Giorno: il Mercoledì.

Star Blackboard

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Stelle major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
Alpha Virginis Spica 1,0 AR: 13h 25m 11.61s Dec: -11° 09' 40.6"
Gamma Virginis  Porrima 2,9 AR: 12h 41m 39.68s Dec: -01° 26' 57.7"
Epsilon Virginis Vindemiatrix 3,0 AR: 13h 02m 10.64s Dec: +10° 57' 32.9"
Zeta Virginis - 3,4 AR: 13h 34m 41.63s Dec: -00° 35' 45.7"
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Mito

È incerto chi esattamente si vuole rappresentare con la Vergine. Negli anni, è stata associata con quasi ogni famosa dea, tra cui Astarte-Ištar, Cibele, Demetra, Iside, Atena, e così via. Secondo una versione, la costellazione raffigura Astrea, la vergine figlia del dio Zeus e della dea Temi. Astrea era conosciuta come la dea della giustizia (e per questo, lo strumento della giustizia, la Bilancia, si trova lì vicino). Secondo la leggenda, essa amministrava il mondo in modo saggio, finché gli uomini diventarono così intrattabili che si ritirò nei cieli in disgusto. Ma anche con Erigone che sedotta ed abbandonata da Dioniso si suicidò dopo la morte del padre Icario. Spesso la Vergine è associata anche con Persefone, perché la costellazione è principalmente visibile nei mesi primaverili, quando si pensava che la dea fosse uscita dal mondo delle ombre. Si dice che si dovette ritirare nell'oscurità per conservare la purezza, simbolo di bellezza e con l'aiuto della bilancia , giustiziera cosmica , ritornare ad essere centro universale.

Fonte Wikipedia.

Voy-Libra

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Venere

L'elemento è l'aria e la qualità cardinale.

Il Sole transita nel segno approssimativamente tra il 23 Settembre e il 22 Ottobre.

Colore: il verde

Pietra: il Quarzo Rosato

Metallo: il rame

Giorno: il Venerdì.

Star Blackboard

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Stelle major

Astro Nome Magnitudo AR Dec
Alpha Librae Zubenelgenubi 2,9 AR: 14h 50m 52.73s Dec: -16° 02' 30.2"
Beta Librae Zubeneschamali 2,7 AR: 15h 17m 00.44s Dec: -09° 22' 58.5"
Sigma Librae - 3,4 AR: 15h 04m 04.23s Dec: -25° 16' 55.0"
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Mito

Originariamente, la parte di cielo che ci è nota come Bilancia era occupata dalle chele dello Scorpione. I Greci chiamavano questa zona Chelai[6] (in latino Chelae), che significa appunto «chele», una identificazione che perdura nei nomi delle singole stelle della Bilancia. Oggi, a separazione avvenuta, la Bilancia è una costellazione appena più grande dello Scorpione, ma molto meno visibile.

Ad esempio le consideravano come un'unica costellazione Igino nel Poeticon astronomicon[7] o antichi greci come Eratostene di Cirene ne I Catasterismi.[8] L'influenza di tale non separazione dei due segni zodiacali si trova riflessa in alcune raffigurazioni basate sulle opere astronomiche degli autori greci antichi.[8]

Gemino, scrittore che fiorì verso l'80 a.C., fu il primo[9] che distinse il settimo segno zodiacale, utilizzando il termine Zugos, tradotto poi da Cicerone come Jugum[10]. Il termine Libra fu formalmente adottato dai Romani nel Calendario giuliano.[9]

La Bilancia era una delle costellazioni preferite dai Romani. Si diceva che la Luna fosse stata in Bilancia all'epoca della fondazione di Roma. «L'Italia appartiene alla Bilancia, il segno che più le si addice. Sotto di lei sia Roma che la sua sovranità sul mondo furono fondate», disse lo scrittore latino Manilio. Egli descrisse la Bilancia come «il segno nel quale le stagioni sono in equilibrio, e le ore del giorno e della notte combaciano». È questo un indizio del fatto che i Romani raffiguravano la costellazione come una bilancia perché il Sole si trovava in quella posizione all'equinozio d'autunno, quando il giorno e la notte hanno la stessa durata. Ma l'idea di una bilancia in questa zona non nacque con i Romani, poiché secondo lo storico Gwyneth Heuter i Sumeri conoscevano questa parte di cielo come ZIB-BA AN-NA, la bilancia del cielo, 2000 anni a.C. Da qui l'opinione che i Romani abbiano rispolverato una costellazione che esisteva già in epoca anteriore a quella greca.

La Bilancia è l'unica costellazione dello zodiaco che rappresenti un oggetto inanimato; le altre undici corrispondono ad animali o persone. Una volta stabilito che si trattava di una bilancia fu naturale separarla completamente dallo Scorpione e associarla invece con l'altra figura confinante, la Vergine, che s'identificava con Diche o Astrea, la dea della giustizia. Così i piatti che formano la Bilancia divennero quelli che la dea tiene sollevati verso l'alto.

La stella più brillante della Bilancia, Alfa della Bilancia di II grandezza, si chiama Zubenelgenubi, che in arabo significa «la chela a sud», e ricorda l'identificazione di questa costellazione con le chele dello scorpione dei tempi dei Greci. Beta della Bilancia è Zubeneschamali, «la chela a nord».

Fonte Wikipedia.

Voy- Scorpione

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta che governa il segno è Marte

l'elemento è l'acqua e la qualità è fissa.

Il Sole transita nel segno approssimativamente dal 23 Ottobre al 22 Novembre.

Colore: il viola
Pietra: il rubino
Metallo: il Ferro
Giorno: il Martedì

Star Blackboard

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Mito

Stelle major

«C'è un certo punto in cui lo scorpione con la sua coda e le chele ricurve si allunga su due segni dello zodiaco», disse Ovidio nelle Metamorphoses.

Originariamente, la parte di cielo che ci è nota come Bilancia era infatti occupata dalle chele dello Scorpione. I Greci chiamavano questa zona Chelai[6] (in latino Chelae), che significa appunto «chele», una identificazione che perdura nei nomi delle singole stelle della Bilancia. Oggi, a separazione avvenuta, la Bilancia è una costellazione appena più grande dello Scorpione, ma molto meno visibile.

Ad esempio le consideravano come un'unica costellazione Igino nel Poeticon astronomicon[7] o antichi greci come Eratostene di Cirene ne I Catasterismi.[8] L'influenza di tale non separazione dei due segni zodiacali si trova riflessa in alcune raffigurazioni basate sulle opere astronomiche degli autori greci antichi.[8]

Gemino, scrittore che fiorì verso l'80 a.C., fu il primo[9] che distinse il settimo segno zodiacale, utilizzando il termine Zugos, tradotto poi da Cicerone come Jugum[10]. Il termine Libra fu formalmente adottato dai Romani nel Calendario giuliano.[11]

Nella mitologia questo è lo scorpione che punse a morte Orione il cacciatore, per quanto ci siano resoconti diversi a riguardo delle circostanze in cui ciò avvenne. Eratostene ne offre due versioni. Nella sua descrizione dello Scorpione dice che Orione cercò di violentare Artemide, la dea della caccia, e che lei mandò lo scorpione a colpirlo, una versione che è sostenuta da Arato di Soli. Ma quando parla di Orione, Eratostene dice che la Terra mandò lo scorpione a pungere Orione dopo che lui si era vantato di potere uccidere qualsiasi animale selvaggio. Anche Igino riporta entrambe le storie. Arato dice che la morte di Orione avvenne sull'isola di Chio, ma Eratostene e Igino la fanno accadere a Creta.

In entrambi i casi, la morale è che Orione fu punito per la sua tracotanza. Sembra che questo sia uno dei miti greci più antichi e che la sua origine potrebbe derivare semplicemente dalla sua posizione nel cielo, dato che le due costellazioni sono sistemate una di fronte all'altra in modo che Orione tramonta mentre il suo conquistatore, lo scorpione, sorge. Ma in realtà la costellazione è molto più vecchia dei Greci stessi, poiché i Sumeri la conoscevano come GIR-TAB, lo Scorpione, più di 5000 anni fa.

Lo Scorpione effettivamente assomiglia a uno scorpione vero e proprio, soprattutto nel particolare della disposizione ricurva delle stelle che formano la coda, con il pungiglione sollevato pronto a colpire. Le vecchie carte celesti mostrano un piede di Ofiuco che goffamente si sovrappone al corpo dell'animale. Per inciso, il nome moderno usato dagli astronomi per questa costellazione è Scorpius, mentre gli astrologi usano quello antico di Scorpio.

La stella più brillante dello Scorpione è la stella brillante Antares, un nome che viene dal greco e significa «come Marte» (spesso tradotto «rivale di Marte») grazie al suo deciso colore rosso-arancione, simile a quello del pianeta Marte. Antares è una straordinaria stella supergigante, parecchie centinaia di volte più grande del Sole. Beta dello Scorpione si chiama Graffias, «chele» in latino. Questa stella è a volte chiamata Acrab, che in arabo vuol dire «scorpione». Delta dello Scorpione si chiama Dschubba, un nome strano, deformazione della parola araba che significa «fronte», con riferimento alla sua posizione nel centro della testa dello scorpione. Sulla punta della coda c'è Lambda dello Scorpione, di nome Shaula che in arabo significa «il pungiglione».

Fonte Wikipedia

Voy-Sagittarius

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta che governa il segno è Giove

L'elemento è il fuoco e la qualità è mutevole.

Il Sole transita nel segno approssimativamente tra il 23 Novembre e il 21 Dicembre.

Colore: l'azzurro

Pietra  il Turchese.

Metallo: lo Stagno

Giorno: il Giovedì

Star Blackboard

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Mito

In cielo il Sagittario è raffigurato come un arciere, con la parte inferiore del corpo, incluse le quattro zampe, di cavallo e la parte superiore di uomo. Indossa un mantello e tende un arco puntato nella direzione del confinante Scorpione. Arato di Soli parlò dell'Arco e dell'Arciere come di costellazioni diverse. Qualche volta il Sagittario è scambiato per Chirone. Ma Chirone è l'altro centauro celeste, quello della costellazione del Centauro.

Il Sagittario è una costellazione di origine sumera, successivamente adottata dai Greci, e questo aiuta a spiegare la confusione che circonda la sua identità. Eratostene dubitò che si trattasse di un centauro, e una delle ragioni portate a sostegno del suo dubbio era il fatto che i centauri non usavano archi. Invece Eratostene descrisse il Sagittario come una creatura a due gambe con la coda di satiro. Per lui quella figura era Crotus, figlio di Eufeme, la nutrice delle Muse, che erano nove figlie di Zeus. Secondo il mitografo latino Igino, il padre di Crotus era Pan, il che conferma l'opinione di Eratostene che dovesse essere raffigurato come satiro piuttosto che come centauro.

Crotus, che inventò l'arte del tiro con l'arco, spesso andava a caccia a cavallo. Abitava sul monte Elicone fra le Muse, che apprezzavano la sua compagnia. Cantavano per lui e lui le applaudiva chiassosamente. Le Muse chiesero a Zeus di metterlo in cielo, dove lo vediamo nell'atto di dare una dimostrazione della sua abilità di arciere. Davanti alle sue zampe anteriori c'è un cerchietto di stelle che secondo Igino era una ghirlanda gettata via da qualcuno che stava giocando. Questo cerchietto di stelle è la costellazione della Corona Australe.

Alfa del Sagittario viene chiamata sia Rukbat che Alrami, entrambi nomi che vengono dall'arabo rukbat al-rami, «ginocchio dell'arciere». Beta del Sagittario è Arkab, in arabo «il tendine di Achille dell'arciere». Gamma del Sagittario è Alnasl, «la punta» in arabo, e si riferisce alla freccia dell'arciere.

Delta, Epsilon e Lambda Sagittarii sono rispettivamente chiamate Kaus Media, Kaus Australis e Kaus Borealis. La parola Kaus viene dall'arabo al-qaus, «l'arco» e i suffissi sono parole latine che significano le parti mediana, meridionale e settentrionale. La stella Zeta è Ascella, il latino di «ascella». Tutti questi nomi sono conformi alle descrizioni delle posizioni delle stelle date da Tolomeo nel suo Almagesto.

Ultima, ma non da meno, è Sigma Sagittarii, chiamata Nunki. Questo nome le è stato attribuito abbastanza di recente dai naviganti, ma è stato preso da un elenco di nomi babilonesi di stelle. NUN-KI fu chiamato dai Babilonesi un gruppo di stelle che rappresentava la città sacra di Eridu sull'Eufrate. Quel nome è stato poi attribuito solo alla stella Sigma, e si dice che sia il più vecchio nome di stella attualmente in uso.

Il Sagittario contiene una parte sostanziosa della Via Lattea, trovandosi pressappoco nel mezzo della nostra Galassia. Si ritiene che il centro esatto della galassia sia segnato da una fonte radioemittente che gli astronomi chiamano Sagittarius A. Ci sono molti oggetti notevoli nel Sagittario, compresa la Nebulosa Laguna e la Nebulosa Trifida, due nuvole di gas illuminate dalle stelle in esse contenute.

Fonte Wikipedia

Voy-Capricornus

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Saturno

L'elemento è la terra e la qualità e cardinale.

Il Sole si trova in Capricorno approssimativamente fra il 22 Dicembre e il 20 Gennaio.

Colore: il Nero

Pietra: l'Onice

Metallo: il Piombo.

Giorno: il Sabato

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Mito

Questa costellazione è una delle più antiche che siano state definite, nonostante la sua debole luminosità. Disegni di un capricorno o simili sono stati trovati su tavolette babilonesi di tremila anni fa.

Il capricorno è una creatura dall'aspetto alquanto improbabile, con la testa e le zampe anteriori di capra e la coda di pesce. La costellazione ebbe chiaramente origine ai tempi dei Babilonesi e dei Sumeri, che avevano una passione per le creature anfibie; gli antichi Sumeri la chiamarono Suhur-Mash-Ha, il pesce capra. Per i Greci, che la chiamarono Egocero (capra cornuta), la costellazione si identificava con Pan, dio della campagna che aveva corna e zampe di capra.

Pan, una creatura giocosa di natali incerti, passava gran parte del suo tempo a caccia di donne o sonnecchiando. Riusciva a spaventare la gente grazie al suo grido particolarmente forte, da cui ebbe origine la parola «panico». Uno dei suoi figli fu Croto, che s'identifica con la costellazione del Sagittario. Il tentativo di Pan di sedurre la ninfa Siringe fallì quando quella si trasformò in un mucchio di canne. Mentre lui teneva strette a sé le canne il vento soffiò fra di esse, producendo un suono incantevole. Pan scelse alcune di quelle canne di misura diversa e le unì una all'altra con la cera formando il famoso flauto di Pan, detta anche siringa.

Per due volte Pan portò soccorso agli dèi. Durante la lotta degli dèi contro i Titani egli soffiò in una conchiglia contribuendo alla fuga dei nemici. Secondo Eratostene questa è la sua connessione con la conchiglia responsabile della parziale raffigurazione di pesce che ha in cielo, sebbene Igino dica, ma la cosa suona leggermente assurda, che essa è dovuta al fatto che lanciò crostacei alla volta dei nemici. In un'occasione posteriore Pan urlò agli dèi che si stava avvicinando il mostro Tefeo, mandato contro di loro dalla Madre Terra (Gea). Su suggerimento di Pan gli dèi si trasformarono in animali per ingannare il mostro. Lo stesso Pan si rifugiò in un fiume, trasformando in pesce la parte inferiore del suo corpo.

Zeus lottò con Tefeo, ma il mostro riuscì a strappare i nervi dalle mani e dalle gambe del dio, lasciandolo azzoppato. Ermes e Pan glieli restituirono, permettendogli di riprendere l'inseguimento di Tefeo. Zeus lo fermò con la sua folgore e alla fine lo seppellì sotto il Monte Etna, in Sicilia, che, a causa del respiro del mostro, continua a vomitare fuoco. Per ringraziarlo dei suoi servigi, Zeus sistemò l'immagine di Pan nel cielo come costellazione del Capricorno.

La stella Alfa del Capricorno viene chiamata sia Algedi che Giedi, dall'arabo al-jady che significa «il capretto», il nome arabo della costellazione. Delta del Capricorno si chiama Deneb Algedi, dall'arabo «coda di capretto». Il tropico del Capricorno è la latitudine terrestre in cui il Sole è perpendicolare a mezzogiorno al solstizio d'inverno, intorno al 22 dicembre. Ai tempi dei Greci il Sole era in Capricorno a quella data, ma l'effetto della precessione fa sì che oggi al solstizio d'inverno esso sia in Sagittario.

Fonte Wikipedia

Voy- segno aggiuntivo?

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Voy-Aquarius

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Uranometria

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Hevelius

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Il pianeta dominante il segno è Urano

L'elemento è l'aria e la qualità è fissa

Il Sole transita nell'Acquario approssimativamente fra il 21 Gennaio e il 19 Febbraio.

Colore: il Blu.

Pietra: lo Zaffiro.

Metallo: lo Zinco

Giorno: il Sabato

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Mito

Nelle carte celesti l'Aquario è un giovanetto che versa acqua da una brocca, anche se nel suo Fasti Ovidio sostenne si trattasse di una mistura di acqua e nettare, la bevanda degli dèi. Il liquido va a finire in bocca al Pesce Australe. Ma chi è l'Aquario? La credenza più popolare lo identifica con Ganimede, che era ritenuto il più bel ragazzo esistente sulla faccia della terra. Era il figlio del re Troo, da cui Troia prese il nome. Un giorno, mentre Ganimede faceva la guardia alle pecore del padre, Zeus si invaghì del pastorello e si lanciò sulla pianura di Troia sotto forma di aquila, ghermì Ganimede e se lo portò sull'Olimpo (o, secondo un'altra versione, mandò un'aquila vera e propria a fare il lavoro per lui). L'Aquila è ricordata nella costellazione vicina.

Secondo un'altra versione del mito, Ganimede fu prima rapito da Eos, la dea dell'aurora, che aveva una passione per i giovanetti, e solo in un secondo tempo Zeus glielo rubò. Ganimede divenne il mescitore di vino degli dèi, colui che dispensava il nettare dalla sua coppa, con grande fastidio della moglie di Zeus, Era. Robert Graves racconta che questo mito divenne molto popolare nell'antica Grecia e a Roma dove fu ritenuto un significativo avallo divino dell'omosessualità. La corruzione latina del nome Ganimede, Catemitus, diede origine alla parola «catamite», che indica un ganimede, un amasio.

Mito di poca consistenza questo dell'Aquario, probabilmente a causa del fatto che i Greci hanno voluto imporre una loro storia a una costellazione di provenienza straniera. Sembra infatti che la costellazione dell'Aquario originariamente rappresentasse il dio egiziano del Nilo - ma, come dice Robert Graves, del Nilo non gliene importava molto.

Germanico Cesare identifica la costellazione con Deucalione, figlio di Prometeo, uno dei pochi uomini a essere sfuggito al diluvio universale. «Deucalione versa acqua, l'elemento ostile cui una volta sfuggì, e nel farlo attira l'attenzione verso la sua piccola brocca», scrisse Germanico. Igino offre un'altra identificazione della costellazione, quella con Cecrops, uno dei primi re di Atene, visto mentre offre un sacrificio agli dèi facendo uso dell'acqua, poiché egli regnò in tempi in cui non si faceva ancora il vino.

Molte delle stelle dell'Aquario hanno nomi che iniziano con «Sad». In arabo, sa'd significa «fortuna». Alfa dell'Aquario si chiama Sadalmelik, da sa'd al-malik, tradotta solitamente come «le stelle fortunate del re». Beta dell'Aquario si chiama Sadalsuud, da sa'd al-su'ud, che dovrebbe significare «la più fortunata delle fortunate». Gamma dell'Aquario è Sadachbia, da sa'd alakhbiya, con il possibile significato di «stelle fortunate delle tende». L'esatto significato di questi nomi è andato perduto anche presso gli Arabi, secondo quanto sostiene l'esperto tedesco di nomi di stelle, Paul Kunitzsch.

Fonte Wikipedia

Voy-Pesci

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Uranometria

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Hevelius

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Nettuno e Giove sono i pianeti dominanti il segno 

L'elemento è l'acqua e la qualità è mutevole.

Il Sole transita nei Pesci approssimativamente dal 20 Febbraio al 19 Marzo .

Colore: Verde mare

Pietra: l' Acquamarina

Metallo: lo Stagno.

Giorno: il Giovedì.
 

Star Blackboard

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Una convincente indicazione che i Greci ereditarono questa costellazione dai Babilonesi è che gli eventi mitologici che la riguardano si sarebbero verificati attorno al fiume Eufrate. La storia costituisce il seguito di un episodio molto antico della mitologia greca, nel corso del quale gli dèi dell'Olimpo avevano sconfitto i Titani e i Giganti nella lotta per la supremazia. La Madre Terra, conosciuta anche come Gea, riservò agli dei un'altra sgradevole sorpresa. Si accoppiò con Tartaro, la regione più bassa del Mondo dell'Oltretomba dove Zeus aveva imprigionati i Titani, e da quest'unione poco promettente nacque Tefeo, il mostro più terribile che al mondo fosse mai stato dato vedere.

Secondo Esiodo, Tefeo aveva cento teste di drago. Lanciava fiamme dagli occhi e dalle bocche guizzavano lingue nere e fuoriusciva una cacofonia di suoni: a volte erano voci eteree che gli dèi riuscivano a comprendere, mentre altre volte Tefeo muggiva come un bue, ruggiva come un leone, guaiva come un cucciolo, o sibilava come un covo di vipere.

Gea mandò questo mostro tremendo ad attaccare gli dèi; Pan lo vide arrivare e con un grido avvisò gli altri. Poi si tuffò nel fiume tramutandosi in pesca-capra, rappresentato nella costellazione del Capricorno, anche quella ereditata dai Babilonesi.

Afrodite e suo figlio Eros si rifugiarono fra le canne sulla sponda del fiume Eufrate, ma quando il vento fece frusciare la boscaglia Afrodite si spaventò. Tenendo Eros in grembo invocò l'aiuto delle ninfe e saltò nel fiume. Secondo una versione della storia, due pesci vennero fuori dall'acqua e trasportarono Afrodite ed Eros sui loro dorsi, ma in un'altra versione sono i due profughi che vengono tramutati in pesci. I mitologi sostennero che a causa di questa storia i Siriani non mangiavano pesce. Una storia alternativa, riportata da Igino nelle Fabulae, è che un uovo cadde nell'Eufrate e fu spinto a riva da alcuni pesci. Delle colombe si accovacciarono sull'uovo e da quello uscì Afrodite che, in segno di gratitudine, pose i pesci in cielo. Eratostene scrisse che i pesci rappresentati nella costellazione dei Pesci erano figliolanza di un altro pesce, quello della costellazione del Pesce Australe.

Nel cielo i due Pesci sono raffigurati che nuotano in direzioni opposte, con le code tenute insieme da una cordicella. I Greci non offrirono spiegazioni soddisfacenti per questo legame, ma secondo lo storico Paul Kunitzsch i Babilonesi in questa zona vedevano due pesci uniti da una corda; quindi è evidente che i Greci presero in prestito quell'immagine sebbene nel frattempo si fosse perso il significato della corda.

Dal punto di vista della brillantezza quella dei Pesci è una costellazione deludente; le sue stelle più brillanti sono solo di IV grandezza. Alfa dei Pesci si chiama Alrescha, dall'arabo «corda». Si trova nel punto in cui le cordicelle che uniscono i due pesci sono annodate. Questa costellazione è importante perché contiene il punto in cui ogni anno il Sole attraversa l'equatore celeste per passare nell'emisfero boreale. Questo punto, che si chiama equinozio di primavera, originariamente si trovava in Ariete, ma si è spostato nei Pesci a causa della lenta oscillazione della Terra sul suo asse, detta precessione.

Fonte Wikipedia